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La monografia è la prima ad affrontare nella sua complessità l'opera letteraria del poeta metafisico croato di origine bosniaca Nikola Šop (1904-1982) attraverso l'analisi della poesia lirica, delle prose lirico-filosofiche, dei radiodrammi e della sua attività di latinista. Rimasto ferito durante il primo bombardamento tedesco di Belgrado il 6 aprile 1941 Nikola Šop riporta lesioni irreversibili alla colonna vertebrale, per cui resterà immobilizzato a letto per quasi trent'anni, fino alla fine dei suoi giorni. La sua opera passerà così da una fiduciosa religiosità d'ispirazione francescana ad insospettabili dimensioni cosmiche, in cui il poeta, lacerato da un profondo dualismo, spererà invano nella possibilità di un incontro fra microsomo e macrocosmo.

Il volume cerca di rendere giustizia ad un autore scomodo sia alla critica cattolica per la sua religiosità non aderente ai canoni dell'ortodossia, sia al regime comunista che mise al bando le sue opere per quasi un decennio causando in seguito una disorganizzata pubblicazione della produzione di questo poeta metafisico, senza dubbio il maggior poeta filosofo della letteratura croata ed uno dei maggiori della letteratura europea.

Nonostante la grave malattia Nikola Šop creerà immobilizzato a letto, fino alla fine, prose filosofiche, radiodrammi, poemi cosmici alla ricerca della Verità Ultima.